Viaggio in Francia 2-Mont Saint-Michel: Torna al menù di sezione


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Francia

Quarto giorno a Parigi e quinto in Francia, dopo la immancabile colazione sostanziosa e generosa, sbrigate le ultime incombenze e riorganizzati i bagagli, carichiamo tutto in macchina e partiamo lasciandoci alle spalle la capitale francese.

Avendo perduto la guida del nord della Francia, acquistata in Italia, in quel del Louvre, ci incamminiamo istintivamente verso Nord e, fatti diversi chilometri, al primo posto dove far rifornimento di carburante, decidiamo di acquistare un atlante stradale francese e così ci accorgiamo di essere leggerissimamente… fuori strada.

Calcolo veloce di un itinerario che ci porti verso la Normandia, prendiamo dapprima una strada Nazionale, quindi una Dipartimentale che attraversava il nord della Francia, fra dolci colline e paesotti più vicini a villaggi gallici che a vere e proprie comunità comunali, comunque, dopo un pochetto di chilometri in più siamo di nuovo in autoroute, e questa volta indirizzati nella giusta direzione, la nostra nuova meta, come si può vedere dal titolo è.. le Mont Saint-Michel .

La strada si rivela più lunga di quanto immaginato e così dopo circa 350 chilometri, siamo in vista dell’isolotto tra la Manca e l’oceano Atlantico, famoso nel mondo per le sue spettacolari maree e non a caso, patrimonio dell’umanità protetto dall’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) fin dal 1979.

L’isolotto si erge dal mare con la sua forma a imbuto rovesciato ed oggi è collegato alla terraferma da una strada che costeggia il fiume Couesnon e raggiunge la vicina Le Mont-Saint-Michel, si, comune e isola si differenziano per il trattino “-” che separa “Mont” da “Saint” nel comune, e che manca nel nome dell’isola.

Il santuario che troneggia sul monte è universalmente noto e offre un colpo d’occhio veramente unico, questo, dedicato all’arcangelo Michele era noto un tempo con il nome latino di Mons Sancti Michaeli in periculo mari ovvero “Monte san Michele al pericolo del mare”

Trovato agevolmente posto in albergo (molto bello, la camera ha un soppalco abitabile dove hanno trovato posto i bambini), e portata su la valigia con i ricambi per il giorno dopo, c’è ancora tempo per andare (rigorosamente a piedi) verso il monte per assistere all’alta marea che di lì a poco avrebbe raggiunto il culmine, quindi, eccoci in marcia.

La passeggiata è alquanto veloce, circa un quarto d’ora – venti minuti e lo spettacolo che si para innanzi ha del fiabesco. La marea ha ormai lambito alcuni accessi al borgo e nell’acqua si ergono segnali stradali che fanno immaginare la possibilità di raggiungere la zona con i veicoli… al momento gli unici mezzi che possono raggiungere questa segnaletica sono le barche e gli anfibi, le macchine e le moto decisamente no.

Un cartello avvisa che avventurarsi sul bagnasciuga è alquanto pericoloso. Non da ultimo ci notifica la presenza di insidiose sabbie mobili.

Raggiunto l’approdo al borgo, ci si incammina nelle prime vie che salgono verso il santuario e l’ambiente è quello classico dei borghi medievali, stradine strette e venditori di souvenirs; ma l’ora comincia ad essere tarda, così eccoci a tavola, a gustare piatti tipicamente francesi… a base di crêpes.

La passeggiata di ritorno verso l’albergo ci regala l’immagine del monte illuminato nella notte; presto siamo a nanna e arriva così il secondo giorno in Normandia.

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Sveglia, colazione e… passeggiata verso il monte, questo il programma di massima della giornata e così rieccoci alle pendici del Mont Saint-Michel ad iniziare l’escursione vera e propria della montagna e del suo santuario.

Le stradine strette portano velocemente all’imbocco del santuario dedicato all’arcangelo Michele (nome che deriva da Mi-ka-El che vuol dire “chi è come Dio”).

L'abbazia, gestita dai benedettini, fu edificata a partire dal X secolo con diversi stili che vanno dal carolingio al romanico al gotico flamboyant. L'insieme, oltre alla chiesa abbaziale, comprende il chiostro, il refettorio, una sala di lavoro e l'elemosineria con dispensa in un perfetto esempio di integrazione funzionale.

La primitiva chiesa abbaziale, costruita al momento della fondazione benedettina nel 966, fu in seguito interamente inglobata nei successivi ingrandimenti dell'abbazia. Altre costruzioni abbaziali sorsero ad est della chiesa originaria, sulla sommità della roccia e ad un livello superiore.

Questa chiesa originaria arrivò ad essere del tutto dimenticata, oggi, riscoperta e restaurata, offre un magnifico esempio di architettura pre-romanica.

L’abbazia ha subito ampliamenti e rinnovamenti con spostamento di chiese e altri lavori, fino ad avere la conformazione odierna.

L’isola ha una circonferenza di circa un chilometro (poco meno) ed è di natura granitica, alta 92 metri sul livello del mare raggiunge i 170 metri con la statua di san Michele in cima alla guglia dell’abbazia.

Abbiamo già parlato delle maree, ma è opportuno approfondire la cosa, giacchè la baia in cui sorge l'isolotto roccioso è soggetta al fenomeno delle sabbie mobili, queste furono mirabilmente descritte da Victor Hugo, l'eccezionale ampiezza delle maree (circa 14 metri di dislivello) che, anche a causa dell'andamento piatto della baia, montano alla velocità di un cavallo al galoppo: questo ha causato talvolta annegamenti e più di frequente disagi per le automobili lasciate parcheggiate troppo a lungo nelle parti basse. La diga di accesso al Mont Saint-Michel, costruita nel 1880, trattiene la sabbia e aggrava l'insabbiamento della baia, rischiando di far perdere alla roccia la natura di isola: per impedirlo è previsto un parziale abbattimento, nonchè la sostituzione di tratti con passerelle, e i lavori sembrano già a buon punto.

Ma il tempo passa veloce, ed è quasi finita un’altra giornata, si rientra verso la “terraferma” dove andiamo a mangiare, un altro pasto francese della nostra gita ci aspetta in un ristorante dove ci identificano immediatamente per italiani e così… il menù in italiano, con il nostro tricolore, è presto al nostro tavolo, che bello notare che ad un tavolo vicino c’è una coppia di giapponesi che sfogliano un analogo menù con sopra il “sole che sorge” simbolo e bandiera del paese del sol-levante.

Un’altra giornata è finita, e quasi viene il rammarico, domani si viaggerà tutto il giorno, si attraverserà quasi tutta la Francia, da nord-ovest a sud-est, per tornare a casa, il viaggio ci porterà fino a Saint-étienne, capoluogo della Loira nella regione del Rodano-Alpi o Rhône-Alpes come si dice qui, una cinquantina di chilometri a sud di Lione dove passeremo l’ultima notte in Francia, prima di varcare il confine con il Belpaese passando dal tunnel del Frejus.

……

Ultimo giorno in Francia, l’autostrada corre veloce verso Lione, e poi svincoli da far impallidire quelli di Genova e l’instradamento verso il Frejus, gli ultimi due giorni di viaggio sono stati accompagnati per gran parte dalle piogge, piove anche in val di Susa, fin quasi alle porte di Milano, è pomeriggio quando si arriva a casa, la vacanza è finita e presto si torna alla vita di sempre, almeno fino alla prossima avventura. Intanto, se avete voglia di vedere alcune altre foto del nostro viaggio in Normandia, potete seguire questo link.



Guarda il video delle foto della gita su




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19 aprile 2008
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