Viaggio negli Stati Uniti d'America 1-San Francisco: Torna al menù di sezione


In viaggio in...
Stati Uniti d'America

1. San Francisco

L'estate è iniziata da un mese ormai, quest'anno, complice una compagna di classe della figlia, cogliamo la palla al balzo (la madre è oriunda) e fatti gli opportuni preparativi saltiamo sul primo treno che ci porta a Malpensa ed… eccoci in volo, destinazione Newark, Liberty international airport, New Jersey. Si, quest'anno ci siamo regalati un viaggio negli Stati Uniti d'America.

Ma la nostra prima meta non il New Jersey o il vicino stato e città di New York, anzi, dopo un'attesa di qualche ora nell'aeroporto, espletate le formalità doganali, ci imbarchiamo su un altro volo che nel giro di circa sei ore (ulteriori ore di volo!!!) ci sbarca in California (Ti sogno California, e un giorno io verrò, cantavano i Dik Dik…), a San Francisco.

è ormai sera inoltrata, la sera di una giornata che è durata da mezzanotte a mezzanotte ben 33 ore! Recuperati i bagagli, prendiamo uno degli ultimi treni del B.A.R.T.; in zona Montgomery street l'albergo… a nanna.

...

La sveglia, complice il fatto che siamo arrivati ieri sera, ad un improbabile orario mattutino (le 5.00!!!) non è molto felice, ma… dopo la colazione eccoci a spasso per la città, giù verso la baia, l'aria, nonostante manchino pochi giorni ad agosto è, quasi, inaspettatamente fredda.

Nonostante il fatto che San Francisco si trovi ad una latitudine minore rispetto a Milano, il suo clima risente della presenza dell'oceano Artico e il risultato è stato: giacca, pantaloni lunghi, protezioni contro il freddo, insomma, sembrava di essere a marzo!!!

Giunti che siamo al porto di San Francisco, inizia una passeggiata per moli e moliccioli, che qui chiamo "pier", e cammina, cammina, siamo arrivati al famoso pier 39, molo turistico, che più turistico non si può, la cui attrazione principale è sicuramente la colonia di leoni marini qui ospitati ormai da un ventennio.

Altra attrattiva anche il vicino acquario (in realtà di una certa modestia, rispetto ad altri acquari visitati in passato) che comunque ha offerto un piccolo spettacolo con le razze e alcuni squaletti da accarezzare e anche delle passeggiate sotto le vasche, con due tunnel dal quale si potevano ammirare, tra gli altri, diverse varietà di pesce, stelle marine e molluschi vari.

Usciti dall'acquario completiamo il giro di Fisherman Wharf e delle sue attrazioni, tra tutte, un negozio arredato a foresta tropicale con piante, animali ed effetti sonori a tema.

Ci inoltriamo quindi verso piazza Ghirardelli, dove consumiamo il pranzo, dopo di ché, su per il tracciato della cable car (evitata per il freddo e per la coda chilometrica, motivi che messi insieme ci hanno fatto desistere) su per Hyde street sino a Lombard street, via che ridiscendendo la Russian hill assume una pendenza tale che costringe il tracciato stradale a compiere diversi tornanti, meravigliosamente addobbati con piante e fiori variopinti.

La discesa di Columbus Ave, ovverosia Viale Cristòforo Colombo, come indicato sulle targhe viarie, ci riporta verso casa.
L'avventura americana è cominciata, e San Francisco è solo una tappa, la prima, di questo nostro viaggio.

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Siamo ancora qui, in questa città che misura circa 11 Km per 11 Km, adagiata su un promontorio tra la sua baia e l'oceano Pacifico.

La giornata comincia presto, con l'albergo siamo a un solo isolato dalla porta di China Town e quindi eccoci a spasso per il quartiere cinese di San Francisco; una strada e le sue traverse, posta a formare un reticolo rettangolare di vie su cui si affacciano le istituzioni e i centri di cultura cinese e, ovviamente, gli immancabili negozi che vendono a profusione di tutto di più.

Causa l'ora, attraversiamo China Town in un batter d'occhio, e così, con un passaggio in Jack Kerouac Alley, in verità alquanto squallida, sulla cui pavimentazione si possono leggere versi e massime del movimento beat, proseguiamoe raggiungiamo, dopo una decisa salita, la Coit tower dalla cui cima si può vedere un ampio panorama sulla città, di indubbio effetto. Davanti all'ingresso della torre, troneggia, e qui ci vuole un minimo di orgoglio nazionalistico, una statua di Cristoforo Colombo che guarda verso il mare Oceano.

Il tempo di una veloce merenda e si riparte.

La discesa verso la baia ci fa passare dalla suggestiva scalinata di Filbert street` che ci riporta verso il Fisherman Wharf, giusto il tempo per ammirare, da fuori, il sommergibile "Pampanito" e la nave "Jeremiah O'Brien" alla fonda al Pier 45 a cui segue la visita al museo delle attrazioni meccaniche... una immensa sala giochi, dove pagando la partita è possibile usare giochi elettronici, di oggi, e, meccanici, di ieri.

Pranziamo e ci dedichiamo anche un rinfresco a base di cioccolata da Ghirardelli, il break è accompagnato anche da una breve visita alla "fabbrica di cioccolata" in funzione nel locale dove gli avventori consumano i loro deliziosi, e generosi, dessert.

Fatta merenda ci ributtiamo verso China Town, avendo nuovamente soprasseduto al giro in cable car; questa volta perchè la città cinese ci appare ricca nella sua opulenza e nell'intricato traffico pedonale della sua comunità orientale... o dovremmo dire occidentale? In fondo a occidente degli U.S.A. ci sono Giappone e, perlappunto, Cina!!!

Dopo alcuni acquisti, a casa, in albergo, stanchi e soddisfatti; domani ci aspetta ancora un giorno in questa città.

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Terzo giorno pieno a San Francisco ed anche l'ultimo in questa città.

I ragazzi non sono ancora ben ritmati con il giorno e la notte ed, anche se si sono alzati un'ora più tardi, rispetto a ieri, le sei del mattino sono decisamente ancora troppo presto; ad ogni buon conto, fatta un'abbondante colazione, oggi prendiamo il bus, il nostro obiettivo è il Golden Gate Park.

Questo parco, cha a occhio misura circa 5 km per 1 km, è il parco cittadino più grande al mondo e la sua traversata, cominciata al mattino dal centro della città, tra una distrazione e l'altra può benissimo protrarsi fino al pomeriggio, quasi senza rendersene conto.

Il parco, al primo approccio si accoglie con i suoi scoiattoli per proseguire quindi con il padiglione floreale, le aiuole in fiore attirano l'attenzione di quasi tutti i visitatori ed anche noi non ci siamo lasciati sfuggire l'occasione di osservare molto da vicino diverse essenze floreali, alcune mai viste prima (come alcune piante carnivore, sbirciate attraverso i vetri della pagoda che ospita una sezione a pagamento).

Ultimato il tour "floreale", ci dirigiamo verso un campetto adibito a giochi per far sfogare un po' i ragazzi.

I giochi ci son proprio tutti, anche un particolare scivolo che viene affrontato dai ragazzi seduti su un pezzo di cartone; la bizzarria viene presto spiegata, giacchè lo scivolo, di circa 80 metri, non è levigato, bensì acciottolato!

Il play time si conclude con un giro in giostra, un magnifico carosello importato dalla Germania e qui posizionato in un padiglione coperto.

Ci allontaniamo dai giochi non dopo aver socializzato con uno scoiattolo e consumato una breve merenda.

Andiamo a zonzo per un po' fino a quando non decidiamo di raggiungere un lago con un'enorme isola nel mezzo, lo Stow Lake, vi giungiamo che è ora di pranzo, così decidiamo di consumare in puro stile americano, un hot dog (che per la verità non ha smorzato tutta la fame così... vai col gelato).

Il dopo pranzo è allietato dalla vista di una cascata (se pensate che si tratta di un parco cittadino, potete capire che non è così usuale.

Riprendiamo il giro che il pomeriggio è già inoltrato e poco dopo ci ritroviamo in un enorme prato, sufficientemente sgombro dagli alberi per permettere il volo degli aquiloni acquistati solo ieri a China Town, il divertimento è assicurato.

Quando ci siamo stancati di far volare gli aquiloni, puntiamo verso un'altra attrattiva del parco, il Buffalo Paddok, dove sono mantenuti in cattività alcuni bisonti, in memoria di quando questi animali correvano liberi e incontrastati lungo le immense praterie americane, non prima, però, di passare affianco del Golden Gate Park Stadium; uno stadio, direte voi; si, ma con almeno 7 campi di calcio uno affianco all'altro!

Lasciamo il Buffalo Paddok e ci ritroviamo nei pressi dello Spreckels Lake un laghetto con una quantità tale di uccelli che, quasi ci assalgono alla ricerca di cibo, da far impressione.

Ma ormai ci siamo ben abituati alla presenza di questi pennuti, anzi, da notare che, girovagando nel parco, siamo incappati in un piccolo colibrì.

Troppa natura in un colpo solo potrebbe rivelarsi letale, il lago è a due passi da Fulton street, all'altezza della 36a Avenue, la strada è un rettilineo che arriva fino all'oceano. E' lapalissiano che la linea retta tra due punti è la più breve, decidiamo qunidi di abbandonare il parco e costeggiandolo arriviamo fino al Pacifico; al termine del parco vi è anche un enorme mulino a vento olandese, l'impressione è di essere sul vecchio continente, ma la Ocean beach e lì che ci ricorda che questa è l'America, di la del mare l'est e l'ovest si incontrano in quella che è conosciuta come linea del cambiamento di data, in mezzo le Hawaii, uno stato americano che, se la salute e le finanze ci assisteranno, abbiamo già in programma di visitare.

Ma ora siamo sulla costa della California e l'oceano, poco adatto al nuoto e molto al surf ci porta il suo vento, vento che ci permette di far volare ancora gli acquiloni.

è ormai pomeriggio inoltrato quando decidiamo di allargare il giro verso nord; ci dirigiamo quindi verso quella direzione sino alla Cliff house, dove veniamo accolti da un totem indiano(!) e da qui, per sentiero, nel Lincoln Park fino a quando, dopo una curva, ci appare lo spettacolo offerto dal Golden Gate Bridge che ci appare finalmente libero dalle nebbie che lo circondavano, nel suo colore rosso inconfondibile.

Rientriamo, vinti dalla stanchezza, in hotel, ma ne usciamo quasi subito per andare a cenare. Dopo cena, passiamo da China Town e non ci facciamo scappare l'occasione di acquistare una coppia di giacconi, con gli immancabili marchi di San Francisco, tutti rigorosamente made in China.

Torniamo definitivamente in albergo, la sera ha ceduto il passo alla notte e domani, recuperata una vettura, si parte per una nuova destinazione. Si va al parco nazionale dello Yosemite, ma questa è un'altra avventura.



Guarda il video delle foto della tappa del viaggio su




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19 aprile 2008
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