Viaggio negli Stati Uniti d'America 6-Flagstaff: Torna al menù di sezione


In viaggio in...
Stati Uniti d'America

6. Flagstaff

Dopo un'abbondante colazione eccoci pronti a lasciare Las Vegas e a ripartire. Nel sistemare i bagagli e i pupi, un movimento sbagliato provoca nel capo famiglia uno spasmo alla schiena... Vacanza quasi rovinata da questo inconveniente, ma in qualche modo, alle 11.00 AM in punto, si parte; percorse poche miglia si fa tappa alla diga Hoover Dam e si fa pranzo.

Qualche foto e si riparte, poco oltre passiamo un check point, siamo tra il Nevada e l'Arizona e questo ha tutta l'aria di una dogana... ma non ci sono dogane tra gli stati dell'unione, si tratta solo di un presidio di sicurezza, comunque lo superiamo e il viaggio dura quasi tutto il pomeriggio, il nostro obiettivo è la cittadina di Flagstaff, nello stato dell'Arizona a circa 2100 metri sul livello del mare.

Questa cittadina, snodo ferroviario di primaria importanza sull'altopiano del Colorado, ha un superfice di 164,8 km2 (circa una ventina di km2 in meno rispetto a Milano) ed è base di partenza per numerose mete dei nostri viaggi.

La serata è dedicata ad un momento di riposo.


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La mattinata passata in casa è un'occasione per rimettere in ordine le oltre 1000 foto scattate dall'inizio della vacanza; così, dopo un cospiquo taglio di foto e video il risultato è che ci sono ancora oltre 1000 foto in macchina.

Il mal di schiena è presente in modo quasi continuo e fastidioso; ci tiene bloccati in casa; ma non è possibile passare la feria in casa, così, male o no, si esce per una visita al vicino museo del Nord Arizona; arriviamo un'oretta prima della chiusura ma decidiamo di entrare lo stesso, siamo interessati alla storia di questo paese, ma la mostra è stata letteralmente sovrapposta da una manifestazione della tribù idiana dei Navajo e lo spettacolo si rivela comunque di un certo interesse; peccato che la mostra mercato allestita nel museo abbia coperto gran parte dell'esposizione.

Riprendiamo il cammino per una breve passeggiata in un parco cittadino in attesa che di faccia ora di cena, non ne abbiamo molta voglia, ma bisogna pur cenare e andare a letto, la nostra prima giornata a Flagstaff è finita.


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Non possiamo farci bloccare da un mal di schiena... si parte e si va tutti, noi e i nostri "coinquilini" (13 persone in tutto) verso Sedona, località a poche miglia a sud della nostra sistemazione.

Le montagne qui sono di un rosso acceso costellato di alberi, c'è il torrente, dove è possibile fare un bagno; l'0ak creek canyon che regala i suoi scorci di indubbio interesse. Siamo al torrente... si pranza e poi si cambia località, si va dove è possibile fare il bagno e dove il papà può regalarsi una pennichella su un tavolo da pic-nic in granito, in posizione supina, un toccasana per la schiena.

Nel tardo pomeriggio si torna a casa, quindi una piccola spesa e si pianifica l'uscita di domani.


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Sveglia presto... 7.30 AM, colazione, preparazione e via.

A breve distanza da Flagstaff la nostra prima meta, il Meteor Crater.

Questo che è il meglio conservato cratere di origine meteorica sul pianeta somiglia ad una gigantesca bacinella venutasi a creare circa 50 mila anni fa.

Si dice che sia il cratere meteorico meglio conservato perchè si trova in una zona desertica, ma qui più che un deserto, sembra di essere in una prateria... il verde si spande a perdita d'occhio tutt'intorno al cratere. L'idea di deserto si accompagna a quella di aridità, cosa che qui non appare vera, in oltre la temperatura si aggira intorno ai 25 °C, e se si pensa che siamo in pieno agosto e in emisfero boreale, la cosa è molto piacevole.

Deserto, allora, perchè non ancora massicciamente antropizzato... e ci vien da dire: «Meglio cosi!».

Adesso capisco molto di più la cultura Navajo in particolare e indiana in generale. C'è solo un aggettivo che si addice a questi posti ed è "bello", anzi, di più, "bellissimo".

Proseguiamo il viaggio e ci spostiamo di un centinaio di miglia verso est sulla interstate 40 (questa lunga autostrada attraversa quasi tutto il continente americano partendo da fuori Los Angeles e terminando quasi sull'oceano Atlantico). Dopo circa un'ora e mezza siamo arrivati in tempo per il pranzo all'ingresso sud del parco della foresta pietrificata.

La visita si snoda su un percorso automobilistico da sud a nord con tappe intermedie su alcuni sentieri percorribili a piedi attraverso quella che era una foresta di alberi, ora realmente trasformata in pietra.

Gli alberi, la cui corteccia appare naturalmente rossiccia possono trarre in inganno: sarà legno oppure pietra? In alcuni punti, poi, dove la zona è costellata da schegge, pare di essere all'interno di un'enorme segheria; ma è tutta pietra.

Comunque, non è solo il legno pietrificato l'attrattiva di questo parco, ma anche i suoi panorami. Man mano che si va verso nord gli scenari cambiano ed eccoci innanzi a montagne a strisce sui toni del grigio, poi il rosso prende il sopravvento e prevale, oppure vaste aree dove la gibbosità del terreno danno la chiara idea dell'impossibilità ad essere attraversate... almeno in tempi ragionevoli.

La visita in questo posto veramente bello si conclude giusto qualche minuto prima della chiusura del centro visitatori del parco; siamo a 130 miglia da casa ed è ora di rientrare.

Impostata la velocità di crocera del cruise control sui 75 mph concessi, il viaggio si è svolto quasi senza dover toccare mai la pedaliera del veicolo... Fantastico.

In meno di due ore siamo a casa, cena e a dormire, domani si andrà decisamente più vicino.


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La mattina passa pigra in casa fino al pranzo cha avviene relativamente presto; subito dopo (verso le 3.00 PM) si parte tutti per il Sunset Crater Volcano. Percorriamo poche miglia ed eccoci in un parco vulcanico. In effetti, l'ultima eruzione qui è avvenuta circa un migliaio di anni fa e il complesso del monte San Francisco con gli innumerevoli altri picchi intorno, si rivelano antichi vulcani che, da quando gli europei hanno messo piede da queste parti, non hanno mai manifestato eccessiva turbolenza. Il giro del sentiero lungo circa un miglio regala scorci ed angoli con alcuni punti di indubbio interesse, soprattutto per chi è appassionato o studia vulcanologia.

Comunque chiuso il loop ci congediamo dai nostri amici e in macchina, verso nord raggiungiamo alcuni insediamenti in muratura dell'antico popolo del Pueblo.

Il primo che incontriamo è il Wupatki Pueblo, un complesso semi-ipogeo abbastanza ben mantenuto, la curiosità che ci ha colpito è stato il blowhole, un'aertura del terreno di piccole dimensioni, ora evidenziata da un piccolo manufatto in muratura, che porta ad una caverna sottostante, da questa apertura, a causa del differenziale della pressione atmosferica, si generano naturalemente delle correnti d'aria; quando siamo arrivati noi il blowhole soffiava aria, aria fresca, aria che poteva essere considerata come proveniente da un sistema di condizionamento!!!

Il giro, di circa 800 metri, finisce relativamente subito, così rieccoci in viaggio con sullo sfondo il deserto dipinto, poco dopo siamo sul sito delle Citadel Pueblo e Nalakihu Pueblo. Un massiccio complesso posto su un'altura e a ridosso di un enorme orrido attirano la nostra attenzione; la vista si stende a perdita d'occhio ma è giunta la sera; chiudiamo il loop e torniamo velocemente verso casa.


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La mattina inizia la preparazione per la nostra gita odierna, così a mattinata inoltrata, caricata la macchina, partiamo con due autovetture per il Grand Canyon.

Dopo circa un'ora e mezza giungiamo all'ingresso sud e ci inoltriamo nel parco alla ricerca del ristorante... i nostri amici, con un colpo di fortuna trovano parcheggio, mentre noi no.

Alla ricerca di parcheggio, ci allontaniamo dal ristorante e ci dividiamo dai nostri amici che comunque avevano un programma diverso dal nostro e così, eccoci a spasso, dopo pranzo, per i sentieri sul lato sud del Canyon, forse il migliore, perchè permette vedute illuminate dal sole sul lato nord!

Durante la visita ai parchi precedenti (escluso lo Yosemite, perchè non lo sapevamo ancora) i ragazzi hanno partecipato alle attività per diventare, con tanto di giuramento, dei Junior Ranger, così, anche questa volta, ci vediamo impegnati in queste interessanti attività, solo che questa volta uno dei compiti da seguire ed eseguire era la partecipazione ad attività gestite dai ranger (quelli veri) e così, sono le 3.00 PM e per circa un'oretta stiamo ad ascoltare un simpaticissimo ranger che ci ha parlato del condor della California che nel Grand Canyon ha il suo habitat ideale.

Lezione finita abbiamo ripreso la passaggiata nei sentieri del parco (in realtà ben poca cosa in confronto alla vastità del parco); tanté che a sera, ricevuto il distintivo da Junior Ranger, ritorniamo alla macchina e ci dirigiamo verso l'uscita est. Stasera non torniamo a casa, abbiamo con noi un minimo di ricambio per domani e ci rechiamo nel buio della notte in quel di Cameron, nel bel mezzo del deserto dipinto, dove troviamo alloggio in una vecchia stazione di posta, riadattata a negozio per turisti, ristorante, alimentari e motel. Vista la presenza del, provvidenziale, risorante, mangiamo, quindi facciamo un giretto per il negozio (enorme) e poi a nanna.


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Sveglia presto, oggi dobbiamo fare tanta strada, colazione (golosa) e poi partenza.

Abbiamo scelto di soggiornare a Cameron, una settantina di miglia a nord di Flagstaff proprio per risparmiare un'ora di cammino, visto che la nostra meta, se fossimo partiti da li sarebbe stata quasi utopica, difatti, ci inoltreremo nei territori Navajo e ci ritroveremo in una zona dell'Arizona che osserva l'ora legale (a differenza del resto dello stato) il chè ci porta a perdere in tal caso due ore sulle attività.

Prendiamo la strada 89 in direzione nord, quindi la 160 fino a Kayenta e da qui la 163 fino a superare il confine con lo Utah, ma solo quel tanto che basta ad imboccare la strada che in meno di 4 miglia ci porta al centro visitatori della nostra meta, se avete seguito le indicazioni avrete già capito di cosa si tratta... siamo nella Monument Valley quella, per intenderci dove sono stati girati molti film western dall'epoca degli anni d'oro di Hollywood; l'accostamento con l'attore americano John Waine è inevitabile, ma la sorpresa (neanche tanto sorprendente in verità) è stata che entrando nel negozio locale, un'intera parete era dedicata a gadget con le foto del noto attore.

Anche se siamo partiti sul presto, complice l'ora legale, si è fatta ora di pranzo, così sotto il sole dell'Arizona (in realtà non faceva neanche molto caldo) mangiamo e nel frattempo decidiamo se affrontare il tour della Monument Valley in macchina al chiuso e al fresco dell'aria condizionata o con i camioncini, qui chiamati jeep, aperti ed esposti a polvere e caldo. Fino all'ultimo (quando riportiamo le attrezzature per mangiare in macchian) non decidiamo. Ma aperta la macchina... usiamo il nostro veicolo; eccoci così ad imboccare una strada sterrata piena di buche, dossi e sobbalzi annessi, con pendenze non impossibili, ma paurosamente polverose (tanto fine è la sabbia rossa di queste zone) affrontiamo il nostro giro in fondovalle per una lunghezza di 17 miglia.

Gli scorci fotografati non si contano, la bellezza del calcare rossastro, i monoliti, i pinnacoli, i blocchi, conformazioni anche antropomorfe su quelli che sono stati i fondali di un certo tipo di cinematografia già citata, meritano la visita e valgono la tariffa di 5$ a persona pagati per entrare (In tutti i parchi si paga l'ingresso).

Finiamo la visita con un gelato e pur essendo solo le 4.30 PM (5.30 PM locali) ritorniamo verso Flagstaff, alla media di 65 mph e con un coffee stop e un gasoline stop arriviamo a casa alle 7.45 PM, 3 ore e 15 minuti di macchina, non imposssibili. Siamo stanchi ma contenti.

Molto bello, a dispetto del venerdì 13 tutto è andato per il meglio, l'unico rammarico è stato il non riuscire a visitare la zona di Page e del lago Powell, vorrà dire che includeremo i siti in un prossimo viaggio in questa nazione dalla grandi distanze.

Un'altra località che si trova qui vicino e che meriterebbe una visita, ma è solo goliardia, potrebbe benissimo essere il four corners un posto, l'unico negli Stati Uniti, dove accucciandosi a quattro zampe si possono tenere gli arti ognuno in uno stato diverso (Arizona, Colorado, New Mexico, Utah) contemporaneamente.


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Giornata di riposo dopo l'avventura di ieri e così eccoci a portare i bimbi in piscina, dove hanno un sacco di divertimento, questo verso mezzodì. Il pomeriggio una passeggiata per le vie di Flagstaff, giusto per conoscere meglio il posto dove siamo stati negli ultimi giorni; tutto sommato una cittadina tranquilla se non fosse il crocevia di importanti vie di comunicazione; verso est il New Mexico, verso ovest Las Vegas il Nevada e la California, verso nord la Monument Valley e lo Utah, verso sud la capitale Phoenix (dove andremo presto) e il Messico.

La serata è dedicata alla visita al Lowell Observatory, uno dei più antichi osservatori astronimici degli Stati Uniti dal quale nel 1930 Clyde Tombaugh ha scoperto il pianeta Plutone. La visita permette la vista da due telescopi (uno portatile e l'altro quello dell'osservatorio vero e proprio) della volta celeste, la coda permette una visione di pochi secondi e il numero di astri che compaiono nell'oculare non si riesce a contare nel poco tempo a disposizione. Conclude la visita l'acquisto di alcuni gadget (T-shirt) presso il locale negozio.


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Ferragosto, ma qui non sanno cosa sia!

è giunto il momento di iniziare a fare le valige poichè domani si parte, poi un altro giro con pranzo in paese e quindi qualche acquisto che non sappiamo se riuscira a entrare in valigia. Così si rientra in casa e si completa il bagaglio, dopodiche un ultimo giro in paese, ci vien voglia di fare qualche altro acquisto e lo facciamo.

Intanto si è fatta quasi sera, sono le 5.00 PM e molti negozi sono chiusi, ne rimangono pochi aperti, tra i quali uno store per campeggio, buona parte delle cose in vendita non sono trasportabili in aereo, ma è quasi il paradiso dei campeggiatori, peccato non averlo scoperto prima, ad ogni modo, ultimati gli acquisti a Flagstaff si ritorna a casa, cena e poi a dormire, domani andiamo a Phoenix per una tappa tecnica. Da li si tornerà in Italia.



Guarda il video delle foto della tappa del viaggio su




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19 aprile 2008
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