In viaggio in...
Friuli Venezia Giulia






Quest'anno, turista fai da te.

In una città; che cambia e non dorme mai, quasi come New York, la nostra Milano si prepara ad un evento su cui si sono già stesi fiumi di inchiostro e tanto ancora si dovrà scrivere e dire, l'EXPO 2015.

Cambiare aria, almeno per qualche giorno, non solo si può, ma si deve. Complice l'attività ludico ricreativa della prole e memori della "gita" in Inghilterra di pochi mesi fa, quest'anno si torna a casa base per una feria rilassata e dedicata al parentado, ed ora, una settimana in una delle regioni d'Italia del profondo nord: Il Friuli Venezia Giulia.

Terra di confine e cerniera con i paesi balcanici il Friuli Venezia Giulia non è solo una regione "a statuto speciale" da ammirare per le sue peculiarità economico-finanziarie, ma un territorio ricco da scoprire e ri-scoprire.

Complice la vicina Slovenia, spesso si possono incontrare indicazioni bilingue e così se a Trieste, oltre a togliere la "i", si tolgono anche le altre vocali, troviamo il nome Sloveno: Trst.

Ma a Trst non ci siamo ancora arrivati… caricati i bagagli in macchina, animali già affidati ad amici, puntiamo il muso verso est e dopo un viaggio di quasi sei ore, soprattutto a causa di continui rallentamenti e code arriviamo in provincia di Gorizia, qui, andiamo a far visita ad alcuni parenti in quel di Grado.

Grado, questa isola nella laguna collegata alla terraferma da una lunga lingua di terra su cui è stata costruita una strada proveniente da Aquileia e poi da un'altra strada che corre verso Monfalcone, è un comune molto carino, un vero gioiellino con una bella rete ciclabile, si gira agevolmente in bici ma anche a piedi non è male, l'ampia zona pedonale rende piacevole la visita al centro storico del paese, ma quello che si staglia sulla riva dell'Adriatico è, aimè anche qui, un vero e proprio eco-mostro, un palazzo a scalinata che guarda proprio dinanzi al mare, a pochi metri dalla linea di costa, è l'unica pecca che abbiamo trovato in due giorni di permanenza.

Ma andiamo con ordine, il primo giorno è già pomeriggio avanzato che si arriva a Grado, abbastanza per sistemarsi in albergo, e per un tuffo a mare con prima visita della cittadina, domani, complici le indicazioni ricevute, ci aspetta una giornata naturalistica in piena regola.



Secondo giorno, sveglia ad un orario più che decente, la giornata ci porta ad andare verso Monfalcone, sulla strada provinciale n° 19 ma il nostro obiettivo è molto vicino, in agro di Fossalon di Grado, siamo giunti presso la riserva regionale della Valle Cavanata, la riserva, posta a oriente rispetto alla Laguna di Grado è una zona umida dove un tempo si praticava la pesca e all'interno del centro visite è posto un diorama che spiega questa particolare attività della zona che sfruttava la ciclicità delle basse ed alte maree, si, i pesci venivano presi in trappola nella laguna e pescati al passaggio dalla laguna al mare, ma la vera attrattiva per i bambini è stato un computer in cui sono caricati alcuni canti di uccelli e il gioco consiste nell'imitarne il canto, il rischio era di restare davanti al monitor per ore anche qui… quindi… poco dopo, quasi di peso, iniziamo il giro dei percorsi della riserva, la cosa può essere affrontata anche in bici e al centro visite è possibile nolegiare la bici, si ma solo misure per adulti. L'area, è punto di passaggio per le migrazioni di uccelli, immancabile dunque il birdwatching (il sito:qui).

Finita la visita ci spingiamo ancora più a Est e poco dopo giungiamo, giusto per il pranzo alle foci del fiume Isonzo, in località Isola della Cona, ove ha sede la riserva naturale regionale della foce dell'Isonzo, appunto. Qui la visita si snoda decisamente su un territorio più ampio e in questa zona, oltre ad essere punto di transito migratorio, vede la presenza di una "comunità" di cavalli importati dalla regione francese della foce del Rodano: la Camargue. (Il sito: qui).

La visita occupa tutta la prima parte del pomeriggio e ultimata questa, per altra via si torna verso Grado… l'altra via ci porta verso la nota località di Aquileia.

La visita comprende i resti del porto romano e del centro cittadino, Aquileia città fondata dai romani nel 181 a.c. quale baluardo di difesa dell'Impero Romano e testa di ponte per ulteriori conquiste subì la caduta dell'impero sotto le pressioni barbare, ma già dal 313 d.c. è nota la costruzione di una basilica cristiana, ad opera del vescovo Teodoro. Le vicissitudini storiche sono quelle che si studiano a scuola ed è quasi ora di cena quando rientriamo in albergo e ci riuniamo ai parenti per una visita serale di Grado, comprensivo di cena con lo "street food".

Il vento si alza tosto e così, mentre assaporiamo un gelato artigianale, tra una folata e l'altra per le stradine di Grado, ci rechiamo in albergo, è notte ormai e domani andiamo via.



Nonostante la presenza dei parenti, a cui erano circa 13 anni, che avevamo promesso di fare visita, nonostante la presenza dei parenti, dicevo, il cuore giramondo e i giorni che sono realmente pochi ci fanno tosto riprendere la marcia verso est, e così, fatta colazione, risistemati i bagagli in macchina, andiamo a salutare i parenti e rieccoci in viaggio verso il confine con la Slovenia, usciamo da Grado per la strada che abbiamo fatto ieri per andare verso l'Isonzo e di li a poco raggiungiamo Monfalcone, una sfilza di segnali inzio e fine pista ciclabile ci accompagna mentre dirigiamo il muso della macchina verso la nostra meta: Trieste.

Imboccata la regionale 14 appena oltrepassato l'abitato di Monfalcone lo sguardo viene attirato da un cartello che indica una cosa che fa riaccendere una lampadina nella memoria scolastica oramai più che trentennale… le "risorgive" del fiume Timavo.

Questo breve corso d'acqua che nasce in Slovenia, scorre per decine di chilometri sotto le montagne e "risorge" a breve distanza del mare Adriatico. Questo fiume ha le proprie risorgive, appunto, in questa zona, ed anche dentro la chiesa dedicata a San Giovanni Battista, (San Giovanni in Tuba) che qui si trova, lascio immaginare a voi quale sacramento va per la maggiore in questa bella chiesa in stile Gotico, alquanto raro in queste zone.

Il viaggio prosegue verso il centro di Duino, tappa che ci porta ad una passeggiata sul sentiero Rilke, detta così forse non dice niente, ma questo sentiero si inoltra nel cuore della riserva naturale delle falesie di Duino, (sito internet: qui) ultimato il giro scendiamo fino a raggiungere la costa nei pressi del Science Center di Grignano che risulta chiuso, ne approfittiamo per pranzare sulla riva del mare, la balneazione però non è permessa, il motivo è semplice, siamo ormai in vista della nostra meta, e siamo nei pressi del castello di Miramare (area protetta) e la visita è, perciò, d'obbligo (al parco, non al castello); altri uccelli ci accolgono appollaiati sugli scogli davanti al castello: cormorani!

Il parco del castello di Miramare presenta una poco piacevole sorpresa una zona dove erano ospitati alcuni animali è stata posta sotto sequestro e così il piccolo zoo non è praticabile.

Comunque il sito merita una visita non fosse altro per la sua splendida posizione sulla punta del promontorio di Grignano a picco sul mare Adriatico.

Ripresa la macchina raggiungiamo Trieste e cerchiamo posto per la notte; eccoci entrare in città, ma trovare parcheggio è una chimera, su e giù per le pendenze importanti di questa città di confine il posto auto non sempre è risultato reperibile in tempi accettabili e soprattutto non lo è stato vicino agli alberghi sicchè niente fermata disponibile… niente richiesta all'albergo… niente posto da dormire… risultato: usciamo da Trieste, torniamo verso la costa da cui siamo arrivati, un tre stelle sul mare, ma la richiesta è alta, desistiamo, ma non ci lasciamo scoraggiare, saliamo su per la montagna, sperando di non sconfinare in Slovenia, ci ritroviamo in una località dove è possibile fermarsi per chiedere qualche informazione, siamo vicini ad un recito con cervi e cerbiatti che rivitalizzano l'attenzione dei bimbi e così è più agevole ottenere info: Opicina, di li a pochi chilometri siamo a Opicina dove recuperiamo un hotel tre stelle molto confortevole ed a un giusto prezzo, un tuffo in piscina e poi al ristorante per la cena e quindi a nanna.

Domani la dedichiamo tutta a Trieste.



Posta intorno ai 330 metri sul livello del mare, Opicina è una frazione di Trieste adagiata sul costone carsico sopra la città, l'aria è fresca e piacevole ed oggi andiamo in centro per visitare questa città di frontiera.

Frontiera che ormai dal 1° maggio 2004 non esiste più, giacchè la Slovenia entra in Unione Europea da quella data.

Usare l'auto è, viste le esperienze di ieri, sconsigliato; ma da Opicina parte uno storico tram, forse unico nel suo genere, che scende verso il centro di Trieste in circa mezz'ora.

Unico nel suo genere perché a metà del percorso, per superare una notevole pendenza, viene agganciato a degli scudi che lo trattengono o lo spingono a seconda del senso di marcia, trasformandolo in una funicolare.

Il punto di arrivo a Trieste è la centrale piazza Oberdan, e da li ci lanciamo in un percorso che ci porta a visitare i monumenti di questa città. Dapprima la chiesa di sant'Antonio Taumaturgo, affiancata a quella ortodossa di San Spiridione, poi verso i resti romani del teatro e dell'annesso antiquarium… ops, ma non è giovedì… si perché l'antiquarium è aperto solo il giovedì dalle 10 alle 12, oggi non è giovedì, quindi, è chiuso.

Ma continuiamo a girare, saliamo fino al castello di Trieste, dedicato a san Giusto, qui vi è anche la basilica dedicata al medesimo santo, visita alla torre campanaria, inglobata nel propileo di un antico tempio romano con scampanio di una campana di quelle appese nel campanile… tutto sommato ci è andata bene.

Basilica e castello sorgono nei pressi di quello che un tempo doveva essere il foro romano, la piazza è cosparsa di colonne e resti di natura archeologica.

Continuiamo il giro ridiscendendo dal colle di san Giusto fino a giungere alla base di questo dove un curioso arco, detto di Riccardo, ha donato una sua parte ad un palazzo, sicchè per vederne una colonna bisogna entrare nel ristorante/bar.

Ridiscendiamo verso piazza Unità d'Italia, una bella piazza con gli edifici pubblici disposti sui tre lati e il quarto lato fronte mare.

Ma è giunta l'ora di mangiare, recuperiamo del cibo e nell'area pedonale ci rifocilliamo e, tornati verso il mare ne scaturisce una passeggiata lungo il lungomare fino all'acquario, ovviamente con visita annessa.

Completiamo il giro con la parte ovest della città attraverso il ghetto e ci ritroviamo ad un porto canale con sullo sfondo la chiesa di sant'Antonio Taumaturgo.

Girando girando il tempo è passato, il pomeriggio sta per cedere il passo alla sera quando torniamo verso piazza Oberdan per prendere una delle ultime corse del Tram / funicolare per Opicina.

Cena e passeggiata fino all'Obelisco eretto nel 1830 in onore di Francesco I punto panoramico sopra la sottostante Trieste, la giornata è ormai finita, si va a nanna, domani, com'è nel nostro stile, si cambia zona.



Colazione abbondante e macchina pronta, si parte, oggi ci dirigiamo verso Gorizia, altra città di confine con la vicina Slovenia.

Partiti che siamo, arriviamo molto presto alla nostra prima tappa odierna, la Grotta Gigante, a circa una decina di chilometri da Trieste si seguono le indicazioni per la grotta gigante, questa grotta, se non è la più ampia al mondo, poco ci manca, in quanto il nome non è un esagerazione, con un volume di 366.000 m2 e un'altezza di volta di quasi 100 metri, larga circa 75 metri e lunga più di 150 metri, con 500 scalini in discesa ed altrettanti in salita, fate un po' voi i conti; in questa zona, carsica, cioè ricca di grotte e anfratti, di sicuro le dimensioni di questa grotta sono più che considerevoli, ma maggiori info si possono trovare su internet: qui.

Ultimata la visita alla risalita piove a dirotto, aspettiamo che spiova e torniamo alla macchina, prima di arrivare a Gorizia, vogliamo visitare altro, la meta è Debordò del Lago, amena località nei pressi dei sentieri usati durante la prima guerra mondiale, e così… escursione sulla carrareccia del sentiero dei Castellieri (che porta alla casa Cadorna), ma non prima di aver pranzato, il sentiero parte da un punto ristoro e museale che abbiamo trovati chiusi, serrati, sprangati. Purtroppo non essendo perfettamente attrezzati per il sentiero, quando questo diventa più brullo abbiamo ben pensato di tornare in dietro, così, raggiunta la macchina ci dirigiamo senza indugio verso Gorizia.

Dove arriviamo nel pomeriggio inoltrato, il primo hotel trovato sulla strada ha posto, scarichiamo i bagagli e ci sistemiamo in una camera tripla a cui verrà aggiunto il quarto letto.

Ci rimane molto tempo prima dell'ora di cena e così eccoci in un tuor che ci porta attraverso le strade della città vecchia fino al medievale castello di Gorizia, piccolo giro, giusto in tempo per apprendere che il maniero che si vede oggi è una ricostruzione moderna di quello che doveva essere il castello intorno al XIII secolo.

Continuiamo il giro e con una lunga passeggiata raggiungiamo la piazza della Transalpina, piazza che dal 1947 è in comune con la Slovenia, difatti su questa piazza c'è la stazione della Transalpina di Nova Gorica, Slovenia.

La piazza, simbolo della contrapposizione del mondo capitalista, occidentale e del mondo socialista, orientale fino a pochi anni fa era divisa in due da un muretto in cemento con una rete ad altezza d'uomo, che è stato smantellato nella porzione della piazza, dopo l'entrata nell'Unione Europea della Slovenia nel 2004.

Ciò che prima divideva, oggi unisce.

Si è fatta sera, torniamo verso il centro e cerchiamo un ristorante per la cena, quindi rientriamo in hotel e ci prepariamo per la notte. Domani abbiamo in programma di andare a visitare Cividale del Friuli e poi un parco dalle parti di San Daniele del Friuli prima di rientrare a Grado e quindi a casa.



La sveglia è accompagnata da un piccolo contrattempo, un figlio accusa una febbre che richiede l'uso di antipiretici, valutata la situazione non conviene assolutamente continuare il viaggio, le migliori cure si hanno a casa, così, fatta colazione, paghiamo i conti, avvisiamo il parentado che non passiamo più da Grado e, grazie alla formula turista fai da te, ci rimettiamo in viaggio verso casa.

Il primo pomeriggio ci vede arrivare a destinazione, il figlio è ormai sfebbrato, ma in fondo è meglio così, la vacanza, breve è terminata, settimana prossima si torna al lavoro e poi…

E poi, questo, più che un viaggio è stata una gita, anzi una supergita, quest'anno la vacanza vera e propria sarà a casa base, serenamente tra parenti e amici in Calabria.



Guarda il video delle foto del viaggio su




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19 aprile 2008
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