Una Gita a.....

Macugnaga
-Verbania-






L'estate, finalmente, ma il caldo opprime la città e così con la prole che approfitta della fine delle lezioni per andare chi in montagna e chi al mare, in un weekend libero dal lavoro ci regagliamo una piccola gita fuori porta, ma ancora non sappiamo dove... l'atlante stradale è aperto sulla pagina giusta, e l'occhio cade su... Macugnaga, un centro in fondo alla Val Anzasca in provincia di Verbano-Cusio-Ossola, ai piedi del massiccio del monte Rosa; sabato arriva e complice il fatto che siamo soli, in brevissimo tempo siamo in auto.

Partenza da Milano relativamente presto, dunque, imbocchiamo poco dopo la A8 diretti verso nord, quindi la A26 fino al suo termine a Gravellona Toce, dove l'autostrada cede il passo alla strada statale 33 del Sempione, i chilometri passano e la velocità si abbassa, dopo alcuni chilometri, con affianco il fiume Toce imbocchiamo la strada statale 549 "di Macugnaga", lasciamo il Toce ed entriamo nella valle Anzasca, dove scorre il torrente Anza (che sfocia nel Toce), ancora qualche decina di chilometri per la strada che a tratti si restringe e costringe a cedere il passaggio ora qua ora la, che finalmente raggiungiamo la località di Pecetto, dove la strada finisce..

Parcheggiata l'auto in un parcheggio a pagamento (quota 4,00 € fino alle 19.00) acquistiamo il pane (il companatico al seguito), cerchiamo un posto per la notte e acquistiamo i biglietti per salire al Belvedere tramite le seggiovie, due, la prima da Pecetto a Burki e la seconda fino, appunto al Belvedere, da qui ci incamminiamo verso il ghiacciaio e oltre sul sentiero che raggiunge di li a poco un rifugio, ci fermiamo prima al limite della vegetazione per il pranzo e decidiamo di ridiscendere al paese, riprendiamo l'auto e portiamo i "bagagli" in hotel quindi andiamo a visitare la miniera d'oro della Guia, interessante spaccato della realtà mineraria del monte Rosa. Terminata la visita guidata ci dedichiamo alla visita di una tipica casa Walser, i Walser sono una popolazione di origine germanica ed appartengono al ceppo degli Alemanni. Giunti attorno all'VIII secolo nell'alto Vallese; durante il XII-XIII secolo, coloni walser provenienti dall'alto Vallese si sono stabiliti in diverse località dell'arco alpino. Le case erano di muratura al piano inferiore e di legno al superiore, al piano inferiore vi era la cucina che comunicava con una stanza attigua in cui alloggiavano i "deboli", vale a dire le donne i bambini i malati e i vecchi, mentre i forti in genere occupavano una stanza superiore, molto più fredda. Il forno walser sfornava il pane una volta l'anno e questo veniva messo ad asciugare su ripiani sospesi, e il compito di rigirare le pagnotte (che diventavano dure come pietre) era affidato ai più piccoli... che mentre erano affacendati in questa occupazione, dovevano continuare a... fischiare. Vi lascio immaginare perché).

Una signora simpatica ci accompagna in giro per il paese e ci spiega che fino a quando non fu costruita la strada statale, la strada principale era... un viottolo di montagna, la cosa è verificabile dal fatto che... la chiesa ha la facciata principale proprio su questo viottolo. Lo percorriamo ritornando verso il parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto e notiamo una strana struttura sotto una casa, un ceppo di legno sorregge un sasso piatto e largo su cui è appoggiata una casa. Questo è un ingegnoso sistema per tenere lontani alcuni animali veramente poco desiderati che infestavano i luoghi: i topi.

La visita si conclude giusto in tempo per l'ora di cena, ci ritiriamo in hotel dove ceniamo, e dopo cena completiamo il giro del paese, il Rosa è lì imponente con la sua parete est che è degna dell' himalaya (cft. wikipedia), e da qualsiasi parte ti giri hai le montagne che ti circondano, è scesa la notte ed è ora di andare a dormire, domani, oltre a rientrare a casa, abbiamo quasi un'intera giornata per girare.

...

E così eccoci di nuovo in piedi, facciamo colazione e regoliamo i conti con l'albergo, ricarichiamo le nostre cose in auto, piccola spesa per il pane e riprendiamo il viaggio, scendiamo di poco però, altri 4,00 € per la sosta dell'auto sotto una stazione della funicolare e partiamo decisi per l'alpe Bill e da li verso il passo del Monte Moro con un'altra funicolare, saliamo alla statua della Madonna che guarda verso il Rosa e la città di Macugnaga più sotto, c'è ancora la neve e questo è l'ultimo weekend in cui si può sciare, siamo quasi ad agosto e la cosa non è da poco.

Purtroppo però il clima in montagna cambia velocemente e con una copertura nuvolosa che raggiunge il 90% le cime intorno compaiono e scompaiono in pochissimo tempo, sotto di noi la Svizzera da una parte e l'Italia dall'altra, foto di rito e... brrrr che freddo, ritorniamo all'alpe Bill, dove troviamo un posto tranquillo per consumare il pasto, e per assaporare un attimo di relax. Qualche goccia però ci invita a scendere in paese, visitiamo anche questa porzione di Macugnaga, dove si stà svolgendo una fiera enogastronomica, miele, salumi, liquori ed anche un paio di vitelli, ce n'è proprio per tutti i gusti, ma presto, non si può lasciare il posto senza aver visitato il centenario albero di tiglio che alloggia al fianco di una chiesa con annesso cimitero monumentale, per carità, niente a che vedere con il Cimitero Monumentale di Milano, però un dignitoso cimitero, con una lapide che ricorda i caduti nelle vicine montagne.

Conclude il tour una visita al vicino quartiere Dorf, con tante belle casette in stile Walser, tutte imbandierate di fiori, ma i fiori, da queste parti, sembrano una bellezza effimera, se è vero che, come ci ha detto una simpatica signora di qui, a Macugnaga ci sono 10 mesi di inverno e 2 di vento.

I chilometri corrono veloci a ritroso verso casa, questo è stato solo un piccolo assaggio delle vacanze che quest'anno non ci vedranno fare niente di particolarmente inusuale, si torna a casa base, nel mare e nei monti dell'amata Calabria.



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19 aprile 2008
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